Nell’articolo di oggi vedremo quali sono le 3 fasi per una corretta progettazione di un impianto ad aria per riscaldare o raffrescare un ambiente.
Innanzitutto, bisogna conoscere le caratteristiche del posto in cui andremo ad installare il nostro impianto. Non sto parlando solamente di caratteristiche fisiche e oggettive (che sono importantissime) come, ad esempio, il numero di sale, le dimensioni, l’altezza e l’esposizione, ma sto parlando anche dell’uso che verrà fatto dei locali.
Tutti questi elementi si verificano durante il sopralluogo e si inizia già a valutare dove possono essere posizionate le unità, sia interne che esterne, e a valutare la loro dimensione.
Conoscere il budget e l’idea che il committente ha in testa è molto importante. In questo modo riusciremo a proporgli la miglior soluzione per le sue esigenze.
Per esempio: un’unità interna ‘’cassetta a 4 vie’’ solitamente è più economica di un’unità interna ‘’canalizzata’’, in più la canalizzata si porta dietro anche i costi relativi ai canali per portare l’aria alle bocchette/diffusori per immetterla in ambiente.
In questa fase si deve scegliere insieme al committente la marca, il numero e il modello delle unità interne (raramente esiste una sola soluzione).
Inoltre, se vogliamo risparmiare e dell’estetica non ci importa potremo utilizzare il PAL. Altrimenti è possibile utilizzare canali in metallo o circolari che possono anche avere diverse colorazioni in base allo stile che preferiamo.
L’eventuale dimensionamento della rete di canali è estremamente importante per il corretto funzionamento di un impianto. L’installatore improvvisato potrebbe dire: ‘’metto tutti flessibili e vaffa****’’. Tuttavia, è necessario considerare diversi fattori quando si dimensiona una rete areaulica, in primis che fare tutto l'impianto con i flessibili potrebbe ridurre l'efficienza della macchina. L'ideale, infatti, è di realizzare solo la parte finale con i flessibili e il resto con canali rigidi.
Altro fattore importantissimo, è considerare la velocità dell'aria. Infatti, è necessario far uscire dalle bocchette l’aria ad una velocità adeguata in modo tale da aumentare il comfort e il benessere percepito (solitamente è buona norma tenersi intorno ai 4 m/s).
È altresì importante studiare la disposizione delle bocchette di mandata e ripresa in modo tale che l’aria non stratifichi portandoci ad avere un effetto ‘’testa al caldo e piedi al freddo’’.
Se presente un impianto VMC è importante dimensionare correttamente anche i suoi canali e le sue bocchette pensando, eventualmente, se può essere una buona idea quella di mandare, una parte o tutta, l’aria pulita direttamente nell’unità del condizionamento.
Queste sono le regole fondamentali che utilizzo quotidianamente per la progettazione degli impianti in locali adibiti alla permanenza di persone.
La regola più importante, però, è l’ascolto attento del cliente, mettendo al centro il suo benessere e il suo comfort psicofisico!