L'architettura e il design hanno da sempre cercato di colmare il divario tra l'ambiente costruito dall'uomo e il mondo naturale, questo è un concetto noto come mimèsis. Questa pratica si riferisce all'imitazione di forme, pattern e strutture del mondo organico e biologico, tentando di ricrearli fuori e dentro gli edifici.
Uno degli esempi più importanti di questa tendenza è rappresentato dalle opere dell'architetto Antoni Gaudì. La sua Casa Batllò del 1907 è un prototipo di bioarchitettura, dove le forme organiche dell'edificio affascinano e sorprendono il visitatore, evocando strutture della natura, come la cassa toracica di una balena, le scaglie di un rettile o le spirali di una conchiglia.
Questi elementi architettonici richiamano il concetto di "living structures", ovvero forme o artefatti che imitano le proprietà geometriche e le forme di organismi viventi; sono inclusi i frattali, verso i quali gli esseri umani sembrano avere una predisposizione biologica. Infatti, i frattali vengono percepiti come intrinsecamente piacevoli.
Questo approccio imitativo della natura dal punto architettonico e di design non è nuovo; possiamo trovare esempi di mimèsis nelle antiche colonne egizie, che hanno strutture lotiformi, papiriformi o panniformi, così come nei capitelli corinzi decorati con foglie d'acanto e nelle decorazioni geometriche o floreali dell'architettura religiosa medievale.
Gli elementi naturali e la biofilia (design biofilico) giocano un ruolo cruciale nel design e nell'arte, dimostrando come l'eredità della nostra evoluzione influenzi ancora oggi la nostra esperienza nell'ambiente in cui viviamo. L'uso di materiali specifici e gli stili all'interno degli spazi influisce non solo sulla salute fisica, ma anche su comportamenti e stati emotivi, creando un rapporto ecologico di simbiosi tra l'abitante e l'ambiente.
Un esempio contemporaneo di questi concetti è il Bosco Verticale a Milano, sviluppato dallo studio Boeri e inaugurato nel 2014. Questo complesso residenziale, composto da due grattacieli di 110 e 76 metri, presenta facciate ricoperte di vegetazione variegata. La presenza di piante non solo crea un microclima che riduce l'inquinamento acustico e limita l'escursione termica, ma assorbe anche polveri sottili e produce ossigeno. Questi progetti rappresentano atti di riforestazione urbana, che riducono la distanza tra naturale e artificiale e riportano l'ambiente urbano in contatto con quello naturale attraverso una strategia di progettazione consapevole e basata sul concetto di human centred.
In conclusione, il concetto di mimesis offre una via per riconnettere l'essere umano con il suo ambiente originario, promuovendo un'architettura che sia non solo funzionale ed esteticamente piacevole, ma anche profondamente radicata nei principi della natura e della sostenibilità, promuovendo il benessere e la salute.
Filighera, T., & Micalizzi, A. (2018). Psicologia dell'abitare. Marketing, Architettura e Neuroscienze per lo sviluppo di nuovi modelli abitativi. Milano: Franco Angeli.