Nei precedenti articoli abbiamo introdotto la biofilia, la progettazione rigenerativa e il primo elemento della progettazione declinato in chiave biofilica, ovvero la luce.
Oggi vedremo il secondo elemento di progettazione in chiave biofilica: il colore.
Il colore è in grado di influenzare il comportamento delle persone all’interno degli ambienti. Esso può:
- aumentare e definire le superfici
- rimpicciolire gli spazi
- evidenziare la struttura architettonica
- aiutare nella lettura ed esplorazione di uno spazio
- suggerire l’uso degli ambienti
- evocare emozioni Il colore influisce sulla percezione dello spazio, sia dal punto di vista visivo ma anche coinvolgendo altri sensi.
A seconda della temperatura del colore vi possono essere effetti diversi. Generalmente, i colori definiti caldi sono quelli che evocano sensazioni di calore e usare colori caldi (es. rosso) in una stanza farà percepire quest’ultima con una temperatura maggiore rispetto, invece, all'utilizzo di un colore freddo (es. azzurro), che invece farà percepire la stessa stanza come più fredda
Per esempio, utilizzare un colore caldo in una stanza esposta a sud in una località particolarmente calda aumenterà la percezione di caldo già esperito e questo potrebbe portare a stress (vedi: temperatura e stress). Inoltre, il colore può avere effetti sia negativi che positivi, influenzando le emozioni, le prestazioni cognitive, i processi decisionali, le attività fisiche ecc.
I colori caldi e brillanti favoriscono il buon umore e sono sconsigliati in luoghi dove si deve mantenere alta la concentrazione sulle attività che si stanno svolgendo; invece, i colori freddi e più delicati favoriscono l'attenzione verso il mondo interiore e aumentano le capacità di concentrazione e attenzione.
Un altro fattore importante da considerare è la luminosità dell’ambiente, in quanto la luce influisce notevolmente sulla resa cromatica del colore e insieme influenzano notevolmente la percezione dello spazio. Ambienti ben illuminati e con colori tenui (o molto chiari) appariranno come più grandi e spaziosi. Anche il posizionamento dei colori nello spazio può far variare la percezione di quest’ultimo e la sua gradevolezza. Per esempio, è più apprezzato uno spazio con pavimento scuro e pareti chiare piuttosto che il contrario; un altro esempio è l’utilizzo di colori scuri sul soffitto che lo renderà percettivamente più basso e l’ambiente come più piccolo.
Un altro aspetto del colore che può influenzare è il suo grado di saturazione. Infatti, colori più saturi risultano maggiormente attivanti (dal punto di vista psicofisico) e stancanti, in quanto catturano molto l’attenzione. I colori e le fantasie forti, specialmente il rosso, mettono il cervello in uno stato di eccitazione Invece, colori meno saturi ma luminosi sono percepiti più piacevoli; i colori poco saturi ma anche poco luminosi sono percepiti come seri e professionali.
Ogni colore provoca determinati effetti perché ad ognuno di esso corrisponde un impegno visivo differente. Infatti, tanto maggiore è la lunghezza d’onda del colore, maggiore sarà lo sforzo di adattamento richiesto dalla sua visualizzazione. Per esempio, il rosso è il colore che ha la più ampia lunghezza d’onda di tutti i colori e, per metterlo a fuoco, è richiesto un notevole sforzo visivo che, di conseguenza, richiede un ulteriore dispendio di energie provocando aumenti del battito cardiaco, pressione e respirazione. Al contrario, invece, i colori blu e verde. Nella progettazione rigenerativa delle case i colori maggiormente usati sono quelli che richiamano la natura e il suo potere rigenerativo (es. il verde) per alimentare il benessere e diminuire fattori negativi, come stress e ansia.
In ogni caso è sempre importante mettere al centro della progettazione l’individuo e le sue esigenze.
Costa M. (2013). Psicologia ambientale e architettonica. Come l’ambiente e l’architettura influenzano la mente e il comportamento. Milano: Franco Angeli.
Pazzaglia, F., & Tizi, L. (2022). Che cos'è il restorative design. Roma: Carocci editore